Trump Vs Zelensky ed il vertice di Londra, bufera in Occidente
- Davide Saccani
- 3 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un clamoroso (e grave) colpo di scena. Venerdì 28 Febbraio il presidente ucraino Zelensky, arrivato a Washington dal presidente Trump con lo scopo di firmare l’atteso accordo sui minerali ‘’mineral deal’’, dopo un'accesa discussione con Trump davanti ai giornalisti, viene esortato a lasciare la Casa Bianca, senza firmare nessun accordo.
Facciamo un passo indietro, il ‘’mineral deal’’ in sintesi era un’intesa tra Stati Uniti e Ucraina per garantire il supporto militare. L’Ucraina permetteva agli USA di usufruire delle proprie risorse minerarie, gli Stati Uniti in cambio continuavano ad offrire supporto militare.
Questo faccia a faccia tra i due leader era tanto atteso dal panorama politico internazionale, non a caso, alla notizia del fallimento di esso, si poteva percepire lo sconcerto di gran parte dei paesi mondiali.
E mentre quasi tutti gli stati europei hanno dato immediatamente il messaggio di sostegno a Zelensky e alla propria causa. La Russia non ha esitato a dire che le intenzioni di Putin e quelle di Trump sono le stesse, ovvero portare la pace (a detta loro).
Volontà di coesione a Londra:
Una prima risposta ai fatti di Venerdì si è avuta giusto oggi con il vertice di Londra, organizzato dal primo ministro inglese Keir Starmer e che riuniva allo stesso tavolo 16 paesi Euro Atlantici, tra cui Canada, Norvegia e Turchia (che sono esterni all'UE, come l’UK), la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ed il Segretario generale della NATO Mark Rutte. Ospite principale dell’evento è stato il presidente Zelensky, a cui è stato garantito pieno sostegno.
La speranza, penso ormai condivisa da tutti, è che di fronte a questi nuovi sviluppi internazionali, i paesi, soprattutto quelli europei, non rimangano semplicemente a guardare e aspettare di essere sopraffatti dalle superpotenze, ma invece si uniscano in un progetto comune, che dia risposte unitarie senza contraddizioni e che comincino a pensare alla propria difesa, senza dipendere eccessivamente da potenze straniere.
Proprio per questo la presidente Von Der Leyen ha annunciato che il 6 Marzo presenterà il nuovo piano ‘’Rearm Europe’’, l’obiettivo è uno solo: riarmare l’Unione Europea, rendendola capace di difendere sé stessa e i propri alleati.
Rimane chiaro il fatto che essere uniti e coesi non significa non dialogare più con nessuno e trattare tutti come nemici, altrimenti la diplomazia e le relazioni internazionali non avrebbero più ragion d’essere.
A parere mio, per uno stato (o per un’organizzazione come l’UE), avere una certa potenza militare significa anche avere un certo potere negoziale nei momenti in cui bisogna stipulare degli accordi, anche di pace.
Tornando al vertice di Londra, sia il primo ministro inglese Starmer che la premier Meloni hanno appunto ribadito l’importanza degli Stati Uniti come partner strategico e che la soluzione per una pace ‘’giusta e duratura’’ in Ucraina debba avvenire con il contributo e negli interessi di tutti i paesi coinvolti.
Una cosa è chiara a tutti, in queste settimane, caratterizzate da massima incertezza, si sta giocando il futuro d’Europa e del Mondo intero.
Difesa comune UE, è un progetto possibile e utile?
si, mantenendo legami con gli USA
si, staccandoci completamente dalla NATO e gli USA
no, bisogna investire su altri progetti
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