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''Noi stessi europei siamo i nostri peggiori nemici''

  • Immagine del redattore: Davide Saccani
    Davide Saccani
  • 20 feb
  • Tempo di lettura: 4 min

Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex presidente del consiglio italiano, è intervenuto il 18 Febbraio al Parlamento Europeo in occasione della ‘’settimana parlamentare europea 2025’’. Durante il suo discorso si è ricollegato varie volte al suo precedente report sull’Unione Europea pubblicato a Settembre 2024 e ha tracciato una serie di punti che devono essere necessariamente affrontati. Ora li elencheremo brevemente aggiungendo alla fine una riflessione personale:


AI, un'occasione che sta sfumando:

Sul tema dell’intelligenza artificiale, Draghi fa notare che è un settore in rapido sviluppo, ma soprattutto in ambienti esterni all’Europa. 8 dei 10 più importanti modelli AI sono prodotti negli Stati Uniti, i restanti 2 in Asia. A causa del ritardo dell’UE nell’affrontare il tema AI, la ‘’frontiera’’ tecnologica si sta pian piano allontanando dalle prospettive europee.


La dipendenza dal Gas:

I prezzi del gas naturale rimangono molto volatili e sono aumentati del 40% da Settembre finora, le importazioni dagli americani di Gas naturale sono aumentate del 200%. Il prezzo dell’energia è aumentato generalmente in tutti i paesi europei, tre volte di più rispetto che negli USA. Draghi rimarca l’importanza di agire su questo punto, in quanto l’instabilità energetica può contagiare gli altri aspetti della politica internazionale. Uno degli aspetti che crea instabilità ai paesi europei è la necessità di dover importare energia da paesi esterni per soddisfare i propri fabbisogni, e questo comporta grandi costi e dipendenze.


La questione dazi:

Draghi poi analizza il piano geopolitico come è cambiato negli ultimi mesi, passando da una preoccupazione nei riguardi della Cina ad una verso i dazi che saranno imposti dalla nuova amministrazione Trump sull’UE. I dazi di Trump rivolti alla Cina stessa, invece, rischiano di creare un invasione nel mercato europeo da parte delle aziende cinesi. In più, la nuova amministrazione Trump sta cercando di attirare le grandi aziende europee in USA attraverso varie misure (incentivi, prezzi bassi dell’energia, tasse più basse).


UE come unico stato:

Con la prospettiva di rimanere isolati come europei, si rischia di minare la sicurezza del nostro stesso continente (e a questo, Draghi ricollega il tema del sostegno all’Ucraina, in cui l’Unione Europea sta rimanendo sempre più sola nel sostegno). Per questo motivo, è sempre più evidente il bisogno di dover agire come un unico stato. La complessità di attuare politiche di risposta agli eventi internazionali, necessita di un coordinamento attraverso le istituzioni nazionali ed europee in più settori. Le risposte europee devono essere immediate e misurate in base alle sfide che ci si pongono di fronte. Draghi ritiene fondamentale chiarire i pilastri su cui basare il rafforzamento delle imprese europee: eliminazione delle barriere interne tra stati, armonizzare e semplificazione dei regolamenti nazionali, per arrivare al risultato di un mercato unico di capitale più equo. Un punto forte del suo discorso riguarda l’importanza del settore pubblico e il settore privato di lavorare insieme per far crescere l’innovazione nelle nostre imprese, stimolare la crescita e convincere i ‘’cervelli’’ europei a rimanere.


La sfida energetica:

L’ex presidente della BCE ricorda come la decarbonizzazione, per creare un percorso prospero, deve creare benefici nel lungo termine. Ora come ora c’è poca coordinazione tra i vari governi nell'approvvigionamento energetico e nello sviluppo delle energie rinnovabili. serve più trasparenza nel commercio dell’energia e soprattutto serve trovare fonti alternative nel caso le fonti rinnovabili non portino più l’energia necessaria. La decarbonizzazione non deve avere come conseguenza la perdita di posti di lavoro e l’indebolimento del tessuto sociale.


Difesa comune, un potenziale inutilizzato:

Secondo Draghi, una grande debolezza europea riguarda il sistema di difesa, la frammentazione delle capacità di spesa dei vari stati nazionali nel settore militare porta a gravi inefficienze e rende l’intera Unione vulnerabile, seppur al suo interno ci siano varie grandi potenze a livello mondiale (Francia, Germania, Italia ecc.)


Il ruolo delle istituzioni:

La Commissione Europea gioca un ruolo importante per quanto riguarda i progetti comuni a tutti gli stati membri, ma non può agire da sola, serve il contributo necessario del parlamento europeo e del parlamenti e governi nazionali. Il Parlamento Europeo ha il ruolo chiave di rendere le decisioni più immediate, creando unità politica tra le varie identità nazionali europee.


Un'Unione che dia speranza:

Nelle sue conclusioni, Draghi ricorda che concetti come un'unione più forte e coordinata, istituzioni solide e un mercato libero e competitivo aiuteranno a riportare l’Europa ad essere un continente che difende i propri interessi e che dà speranza ai propri cittadini. Le istituzioni europee e nazionali saranno chiamate ad essere le guardiane di questa speranza. Per Draghi, solo uniti potremo vincere le sfide ed arrivare al successo.


Riflessioni:

Personalmente, ritengo che dal discorso di Mario Draghi si possono ritrovare tutte le problematiche che in questo momento l’Unione Europea sta affrontando. Quello su cui più ho riflettuto è il fatto che il potenziale del nostro continente è al pari delle superpotenze mondiali, ma che per problemi che noi stessi ci creiamo, non può essere messo in pratica. Aggiungo solo che coordinarsi non significa semplicemente apparire in qualche riunione tra stati per poi rimanere tutti sulle proprie posizioni, ma significa prendere decisioni che impattino seriamente su noi cittadini europei, scendendo a patti, negoziando sulle proprie posizioni e cercare il più ampio accordo possibile, solo in questo modo possiamo farci sentire come un’unica voce.


 
 
 

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