Elezioni in Germania, punto di svolta per l'Europa
- Davide Saccani
- 23 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Domenica 23 Febbraio si sono svolte le elezioni federali in Germania, in anticipo rispetto alla normalità (si sarebbero dovute svolgere in autunno 2025) in quanto il cancelliere Olaf Scholz, equivalente del nostro presidente del consiglio, si è dimesso l'autunno scorso quando perse la fiducia del parlamento tedesco, il Bundestag. Dunque il clima di queste elezioni è caratterizzato da una grande instabilità, confermata dal fatto che il partito in grande ascesa è l'AFD, considerato di estrema destra e con tendenze neonaziste.
Le reazioni:
Chiuse le urne elettorali, i risultati parlano chiaro, ci sono dei vincitori e degli sconfitti. La CDU, partito di centro-destra (da cui proviene Angela Merkel) ha vinto le elezioni con circa il 29% dei consensi e il suo leader Friederich Merz con ogni probabilità sarà il nuovo cancelliere tedesco. Nel suo discorso di vittoria ha già escluso ogni collaborazione con il partito AFD e ha tracciato i suoi primi viaggi esteri, a Parigi e a Varsavia, il messaggio da trasmettere è: l'Europa c'è ed è pronta a rafforzarsi. Dalle parole di Merz, più che l'entusiasmo, si percepisce la responsabilità che lui e il nuovo governo di coalizione dovranno assumersi di fronte alle sfide in corso, guerra in Ucraina in primis.
L'entusiasmo invece si percepisce tutto dalla leader dell'AFD Alice Weidel, dove rivendica il risultato storico per il suo partito, raggiungendo circa il 20% e raddoppiando i suoi consensi. Weidel si dice pronta ad entrare in qualsiasi coalizione di governo che rispetti le decisioni ed il volere del popolo, tuttavia nessun altro partito è disposto a collaborare con l'AFD. Il tema di forza della sua campagna è stato l'immigrazione, alcuni mesi addietro ha fatto scalpore la scoperta di riunioni private tra alcuni estremisti di destra e dei deputati del partito stesso che stavano costituendo un massiccio programma di deportazione dei migranti fuori dalla Germania. A prescindere dal programma elettorale, non si può negare che l'AFD è riuscito a raccogliere il malcontento popolare verso il governo (soprattutto nei territori dell'ex Germania Est) e lo ha trasformato in un voto di protesta.
Tutt'altro umore si respira nella sede della SPD, il partito socialdemocratico di centro-sinistra, nonché partito dell'ormai ex cancelliere Scholz. Si parla di una sconfitta storica, rispetto alle scorse elezioni l'SPD è passata dal 25% del 2021 a circa il 16% dei consensi. Nel suo discorso, augura che il nuovo governo sappia affrontare con decisione le sfide che caratterizzano questo periodo e che questa sconfitta possa creare una riflessione all'interno del partito.
La coalizione del suo governo era creata dai socialdemocratici, dai Verdi e dai Liberali dell'FDP, caduta dopo che questi ultimi avevano ritirato il proprio sostegno. I Verdi, in queste elezioni, hanno perso circa 2 punti percentuali rispetto al 2021, mentre i Liberali rischiano di non entrare in parlamento essendo sotto soglia di sbarramento (serve almeno il 5% dei consensi).
L'affluenza:
Dato molto importante, l'affluenza è stata la più alta dal 1990, arrivando all'84%. Questo fatto aggiunge ancora più importanza a delle elezioni che, nel bene o nel male, cambieranno gli equilibri europei e globali.
Riflessioni e speranze:
Molto probabilmente la nuova coalizione di governo sarà formata dalla CDU e dalla SPD, ammesso che abbiano abbastanza seggi in parlamento per raggiungere la maggioranza assoluta. Quello da augurarsi è che il prossimo governo sia stabile, in questo periodo l'economia tedesca è in recessione e questo si ripercuote di conseguenza su tutti i paesi Europei, basta pensare che per noi italiani, la Germania è il nostro principale partner commerciale. Un governo stabile è necessario sia per portare avanti le riforme e risollevare l'economia tedesca ed europea in generale, sia per creare più autorevolezza dell'Unione Europea sul piano internazionale, per avere più voce in capitolo su questioni come la guerra in Ucraina e sederci al tavolo insieme alle due superpotenze che stanno decidendo il destino di tutti noi, USA e Russia.
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